Salgo in auto e parto di nuovo. Nonostante il mio navigatore mentale fosse impostato su Porto Azzurro, continuo a non poter fare a meno di deviare dal mio percorso: sia per una spiaggia in cui sento di dovermi fermare, sia per un tratto di strada che mi sembra più interessante di un altro. Il tempo passa e dopo un altro paio d’ore spese a vagare tra nuove strade e nuove spiagge, mi fermo ancora una volta. Parcheggio l’auto (si fa per dire) nel tratto di sterrato tra l’asfalto e lo strapiombo e mi siedo su una roccia per godermi il panorama.
L’Elba è una piccola isola a metà tra il Mar Tirreno e il Mar Ligure, a circa dieci chilometri dalla costa. È molto piccola. Traffico permettendo, basta circa un’oretta per raggiungere qualunque zona partendo da un qualsiasi altro punto dell’isola. Ci sono venuto altre volte e tre sono le cose che mi piacciono tanto di questo posto: il mare, il mare e il mare.
Guidare qui è un piacere per chiunque, anche per chi non è appassionato di auto e guida, perché l’Elba è fatta di nastri d’asfalto che costeggiano il mare e tagliano l’entroterra. Qui non ci sono palazzi, qui non ci sono mega-grattacieli. Solo qualche casa e tanto verde.
Nonostante sia una metà turistica abbastanza ambita, si respira sempre una sensazione di grande tranquillità. E anche nei tratti più trafficati e ricolmi di gente non hai mai quella fastidiosa sensazione di caos o confusione che si ha nelle città.
S’è fatto tardi. Il sole sta tramontando, l’auto è quasi a secco e io sono stanco. Non ho ancora trovato un hotel e non so nemmeno quanto dista il distributore più vicino.
Eppure, chissà perché, tutte queste cose sotto il cielo arancione e il mare azzurro non sembrano essere poi così importanti.
Testo e foto di Edoardo D'Alessandro.