Dopo aver giocato con l’enorme coppia e potenza in un paio di strade secondarie mi immetto nel traffico di Londra. Esattamente in zona Harrods. Londra è una bellissima città e la Tesla è un’auto strepitosa, ma guidare una spider bassa e sportiva, e senza servosterzo, in una capitale europea è una pessima idea.
Tutti si girano a guardarla, anche perché è vero che è silenziosa da ferma o a bassa a velocità, ma quando si fa sul serio emette un sibilo simile a quello di una turbina, non è molto rumoroso ma è un suono talmente distinto e inusuale che si percepisce benissimo. Al semaforo i tizi in bicicletta e i pedoni fanno foto e domande. Un paio di ragazzi mi incitano a dare gas per far sentire il rumore. “E’ completamente elettrica!” “Dai, facci sentire il rumore!” “E’ completamente elettrica, non si sente niente!”
Le domande strambe proseguono al semaforo successivo: “Wow, è una Lotus?” “No, è una Tesla, la fanno nella Silicon Valley.” “La fanno nel Cheshire?” “No, amico, la fanno in California, America.”
Alla Tesla dicono che, sebbene sia in effetti basata sull’Elise, solo meno del 10% dei componenti sono in comune, e si tratta più che altro di parti dello sterzo perché sono costose da realizzare. Ma la Roadster si guida e sembra una Lotus Elise, con cui condivide anche gran parte dei pregi e dei difetti. E’ più larga e più lunga e ha un bagagliaio che può contenere due borse morbide, ma per il resto è scomoda come l’Elise, ci si siede praticamente a terra, la visibilità è nulla e gli interni sono “plasticosi”.
Nonostante la carrozzeria sia in fibra di carbonio è più pesante della Lotus, questo perché mentre l’Elise monta un leggero 1,8 litri Toyota, la Tesla monta 6831 batterie del tutto simili a quelle di un portatile e questo, oltre che sul peso, influisce sulla tenuta e sulla frenata. Ma, per un uso normale o leggermente sportivo, la differenza di peso (1.140 kg contro gli 860 della Lotus) non peggiora l’auto più di tanto. Le sensazioni di leggerezza e di agilità sono le stesse dell’Elise.