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ALBUM Tesla a Londra

Una Tesla a Londra

Una Tesla a Londra - TurismoinAuto.com

di Alessandro Saetta Vinci

Dopo un’oretta di spiegazioni e dati tecnici, mi vengono date alcune informazioni sulla guida e poi le chiavi dell’auto.

Si tratta di un’auto tecnologica, rara e piuttosto costosa e la naturalezza con cui mi è stata consegnata mette in luce la qualità che più apprezzo dei popoli di origine anglo-sassone: l’assenza di paranoiche ossessioni e una leggerezza che fa bene alla salute.

La Tesla Roadster che sto per guidare è accesa. E questo posso dirlo con certezza solo perché so che lo è, ho girato io la chiave nel piantone dello sterzo. Il rumore del motore è completamente assente. Non sommesso, non ben insonorizzato. Assente.


Questo però potrebbe anche essere il primo difetto di quest’auto. Horacio Pagani ha obiettato che guidare un’auto sportiva che non emette nessun ruggito, nessun rombo eccitante, è come andare a letto con un bella donna che rimane zitta. Un dettaglio che, da solo, toglie quasi tutto il divertimento.

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Horacio Pagani potrebbe lamentarsi della mancanza di suono accattivante dallo scarico, ma probabilmente non si lamenterà della grinta dell’auto.


La Tesla Roadster brucia lo 0-100 in 3,7 secondi. Quindi, su questo campo, può affrontare alcune Zonda prodotte finora. E mentre il pilota alla guida della Pagani dovrà lavorare con cambio e numero di giri, l’unica cosa che dovrete fare voi è schiacciare il piede sul pedale. Sì, perché la Tesla ha un cambio mono marcia, quindi accelerazione vigorosa e piena da 0 fino a un numero apparentemente infinito di giri. Il pedale del gas, quando rilasciato, funziona da costante e potente freno motore. Parlando in spiccioli: se lo premi l’auto va avanti, se non lo premi l’auto rallenta, sensibilmente, da sé. 
 

L’accelerazione, parliamone. Quest’auto non accelera. Teletrasporta. Basta anche un vicolo breve per rendersene conto. Gli occhi fanno male, i muscoli del collo fanno gli straordinari per tenere lo scheletro tutto d’un pezzo. 

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Dopo aver giocato con l’enorme coppia e potenza in un paio di strade secondarie mi immetto nel traffico di Londra. Esattamente in zona Harrods. Londra è una bellissima città e la Tesla è un’auto strepitosa, ma guidare una spider bassa e sportiva, e senza servosterzo, in una capitale europea è una pessima idea.


Tutti si girano a guardarla, anche perché è vero che è silenziosa da ferma o a bassa a velocità, ma quando si fa sul serio emette un sibilo simile a quello di una turbina, non è molto rumoroso ma è un suono talmente distinto e inusuale che si percepisce benissimo. Al semaforo i tizi in bicicletta e i pedoni fanno foto e domande. Un paio di ragazzi mi incitano a dare gas per far sentire il rumore. “E’ completamente elettrica!” “Dai, facci sentire il rumore!” “E’ completamente elettrica, non si sente niente!”


Le domande strambe proseguono al semaforo successivo: “Wow, è una Lotus?” “No, è una Tesla, la fanno nella Silicon Valley.” “La fanno nel Cheshire?” “No, amico, la fanno in California, America.” 


Alla Tesla dicono che, sebbene sia in effetti basata sull’Elise, solo meno del 10% dei componenti sono in comune, e si tratta più che altro di parti dello sterzo perché sono costose da realizzare. Ma la Roadster si guida e sembra una Lotus Elise, con cui condivide anche gran parte dei pregi e dei difetti. E’ più larga e più lunga e ha un bagagliaio che può contenere due borse morbide, ma per il resto è scomoda come l’Elise, ci si siede praticamente a terra, la visibilità è nulla e gli interni sono “plasticosi”.

Nonostante la carrozzeria sia in fibra di carbonio è più pesante della Lotus, questo perché mentre l’Elise monta un leggero 1,8 litri Toyota, la Tesla monta 6831 batterie del tutto simili a quelle di un portatile e questo, oltre che sul peso, influisce sulla tenuta e sulla frenata. Ma, per un uso normale o leggermente sportivo, la differenza di peso (1.140 kg contro gli 860 della Lotus) non peggiora l’auto più di tanto. Le sensazioni di leggerezza e di agilità sono le stesse dell’Elise.

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Ci sarebbe davvero tanto da scrivere e da dire su quest’auto, sul suo funzionamento, sulle modalità di “ricarica”. La Tesla garantisce un’autonomia di 300 km circa, per farle il “pieno” basta attaccarla alla corrente. Facile a dirsi. C’è così tanto da dire che forse è meglio concentrarsi semplicemente sulle sensazioni. 


La richiesta dalla clientela è forte, anche se è un’auto di nicchia e i motivi per cui io consiglierei l’acquisto sono due: è bella, non lasciatevi ingannare dalle foto, è molto più bella dal vivo, anche se un po’ “giocattolosa”, e soprattutto la progressione. Non importa cosa avete, non importa cosa avete guidato, questa spinge più forte.
 

Se vi capita di passare per Londra, fate un salto al Tesla Store a Cheval Place in zona Harrods, fatevi prestare le chiavi e permettetevi il lusso di girare per Londra con un'auto da più di 100.000 euro passando accanto a Buckingham Palace. 

Un consiglio: non parcheggiate vicino ai monumenti, gli inglesi non la prendono bene.

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