Genova ci si offre dunque bellissima in una luminosa mattinata di metà settembre, con il sole che gioca con la Maserati GranCabrio come da mille anni fa con le ombre nascoste tra gli spazi di via di Scurreria e la cattedrale di San Lorenzo, sù sù fino a Palazzo Ducale - dove hanno luogo le più importanti manifestazioni culturali che si tengono in città - e poi giù di nuovo verso la via del Campo cantata da Fabrizio De Andrè. Una città davvero degna di ospitare una macchina raffinata come la GranCabrio. Perché Genova sfiora e resiste alle contraddizioni del tempo grazie allo splendore delle sue magnifiche costruzioni, come Palazzo Tursi, sede del Comune, o anche grazie alla passione per l’opulenza rappresentata dagli edifici dell’allora Strada Nuova, oggi via Garibaldi. Una strada che il grande pittore fiammingo Peter Paul Rubens riprodusse disegnando i rilievi dei suoi palazzi, pensandoli come modelli di case per la nobiltà di Anversa. A Genova tutto è davvero in salita, come la sovrapposizione di case, chiese, mura e pietre, verticali esistenze in un territorio senza logica. A Genova lo spazio si percepisce dunque solo se lo si associa al tempo, con tutto quanto il tempo si trascina via, uomini, cose, pensieri, tormenti…
Testo di Bruno Pampaloni
Foto di Roberto Rasia dal Polo
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