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L'auto Porsche

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Un giorno un saggio un po’ snob disse: “Un uomo può ritenersi arrivato quando, salendo sulla sua seconda auto in garage, cercherà di accenderla con la mano sinistra”.

Chi non è un porschista non sa, infatti, che le Porsche si avviano inserendo la chiave di accensione sulla sinistra del volante, elemento distintivo ormai non clonabile. Chi, infatti, entra su uno dei modelli della casa tedesca tenendo le chiavi con la mano destra o l’ha noleggiata o l’ha appena rubata.
 
Scherzi a parte, la Porsche è proprio così: senza compromessi. La ami o la odi. Ha una forte personalità che trasuda sport da ogni sua vite.

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La Cayman, non essendo ancora bollita come ormai succede alla Boxter, rappresenta il modello più giovane della Porsche. Due posti secchi, motore centrale a 30 cm dalle spalle del guidatore, bassa, larga e decisamente scomoda. In una sola parola: Porsche.
 
Chi, però, ha l’occasione di guidare la 911 e poi sale sulla Cayman deve per onestà ammettere che il fascino può anche essere diverso, ma il divertimento e le emozioni alla guida sono uguali.

La Cayman è una vera sportiva e la versione S è cattiva. Il suo 6 cilindri boxter da 320 cavalli spinge forte, grazie anche ai suoi 3.400 cm3 e ad un peso di soli 1.450 Kg.

Il rapporto peso/potenza parla di un valore assoluto: ogni cavallo di questa creatura della strada deve spingere ‘solo’ 4,5 Kg. Significa che da 0 a 100 Km/h la caimana fa staccare il tempo di tutto rispetto di 4,9 secondi con la versione con cambio PDK.

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A proposito di Porsche Doppelkupplung, il cambio è a doppia frizione e a 7 marce. Non ci sono solo due frizioni, ma anche due cambi. Il primo si occupa della 1°, 3°, 5°, 7° e retromarcia. Il secondo cambio è responsabile della 2°, 4° e 6°.

Nel momento in cui la 3° marcia è inserita in accelerazione,  l’altra frizione ha già preinserito la 4°, pronta a farla scatenare nel giro di pochi millisecondi e con una caduta di giri che va da soli 300 ad un massimo di 600 giri. L’effetto finalmente è quello di un cambio veloce ed efficace e non si rimpiange la leva del cambio.

Se poi si aggiunge il pacchetto Sport Chrono (come farne a meno?), il tastino SPORT irrigidisce la vettura e aumenta la velocità di salita dei giri, mentre il tastino SPORT PLUS ci proietta definitivamente in pista. Il cambio è così veloce che ad ogni cambiata si percepisce un’evidente spinta in avanti, tale da sembrare quasi innaturale. Se poi per caso (per puro caso eh), vi scappa il piedino sinistro sul freno e quello destro a tavoletta sull’acceleratore, ecco, il cruscotto visualizza la scritta “Launch Control” e la Cayman ragiona al posto vostro: capisce che siete in pista e vi organizza i fuochi d’artificio ovvero la partenza elettronicamente perfetta. La classica prova di addominali per cercare di toccare il parabrezza in piena accelerazione dimostra che non si scherza.

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E i difetti? Dal prezzo in giù, da quei maledetti 60.000 € e oltre, che rendono per molti inarrivabile una vettura capace di portarvi a spasso per la città e di scendere in pista senza tanti complimenti.

Il colore crema e i cerchi da 18 pollici, inoltre, non aiutano a passare inosservati e in questo periodo avere gli occhi addosso può infastidire molte persone. Liuzzi, per esempio, ha dichiarato di aver venduto una Lambo per una Nissan GT-R. Chi l’avrebbe fatto due anni fa?

E poi piccole cose, così piccole che è difficile anche solo ricordarle. Non c’è la luce nella serratura della chiave di accensione, difetto talvolta fastidioso. Sul nostro modello mancava l’utile cruise control e la visibilità posteriore è quello che è. Infine, se soffrite di ernia discale lasciate ovviamente perdere: la Dacia Logan è molto meglio. Ma se per caso un giorno vi viene voglia di accendere un’auto con la mano sinistra, non esitate: fatevi un giro sulla Cayman S. Non lo rimpiangerete.

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